Cos’è l’ictus

 

 

Ictus è un termine latino che letteralmente significa colpo (in inglese “stroke”).

In Medicina indica un danno cerebrale persistente dovuto a cause vascolari.

L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) lo definisce come l’improvvisa (ecco perché ictus) comparsa di segni e/o sintomi riferibili a deficit focale e/o globale (coma) delle funzioni cerebrali, di durata superiore alle 24 ore o ad esito infausto

È importante precisare subito che un intervento tempestivo può dare risultati insperati! 

L’ictus è una lesione cerebro-vascolare causata, infatti, dall’interruzione del flusso di sangue al cervello dovuta a ostruzione o a rottura di un’arteria.    

Quando un’arteria nel cervello scoppia o si ostruisce, fermando o interrompendo il flusso di sangue, i neuroni, privati dell’ossigeno e dei nutrimenti necessari anche solo per pochi minuti, cominciano a morire.  

Come un attacco di cuore, l’ictus può colpire improvvisamente, spesso senza preavviso e senza dolore.  

La caratteristica principale del disturbo è, dunque, la sua improvvisa insorgenza: una persona in pieno benessere può accusare, di colpo, sintomi tipici che possono essere transitori, restare costanti o anche peggiorare nelle ore successive.    

Talvolta è possibile che alcuni sintomi precedano l’ictus, ad esempio una cefalea intensa e improvvisa, anche se non sono assolutamente specifici.    

L’ictus cerebrale in Italia rappresenta la terza causa di morte, dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie ed è la prima causa assoluta di disabilità.

Rappresenta, inoltre, la seconda forma più comune di demenza e si verifica maggiormente nella popolazione anziana (fino al 40% in più rispetto alla media).    

La demenza vascolare è causata dalla presenza di lesioni cerebrali multiple di origine circolatoria.

I sintomi possono manifestarsi sotto forma di perdite progressive della memoria, confusione e altri segni.

Ogni anno si calcola che in Italia si verifichino oltre 200.000 nuovi casi di ictus (incidenza 2-3 pazienti/anno/1.000 abitanti) di cui l’80% sono i nuovi casi e la restante parte è costituita dalle recidive.  

I soggetti che hanno avuto un ictus e sono sopravvissuti, con esiti più o meno invalidanti (prevalenza), abbiamo già visto che sono circa 930.000, il che significa che ogni anno un medico di famiglia italiano ha almeno 4-7 pazienti che vengono colpiti dalla malattia e deve seguirne almeno una ventina sopravvissuti con esiti più o meno invalidanti.    

Circa il 20% delle persone colpite da ictus cerebrale per la prima volta muore entro un mese; un altro 10% entro il primo anno.    

Fra le restanti, circa 1/3 sopravvive con un grado di disabilità spesso elevato, tanto da renderle non autonome, 1/3 circa presenta un grado di disabilità lieve o moderata che gli permette spesso di tornare al proprio domicilio in modo parzialmente autonomo e 1/3, i più fortunati o comunque coloro che sono stati colpiti da un ictus in forma lieve, tornano autonomi al proprio domicilio.    

Coloro che sopravvivono con una disabilità importante spesso richiedono l’istituzionalizzazione in reparti di lungodegenza o in residenze sanitarie assistenziali; alcune famiglie, ma non tutte se lo possono permettere, si organizzano per ospitare il parente ancora a domicilio, spesso con il supporto di un assistente/badante. Inutile dire che i costi sia a carico delle famiglie che del sistema sanitario nazionale sono elevatissimi.

Si calcola che una persona colpita da ictus costi nella fase acuta della malattia circa 10.000 euro, mentre l’invalidità permanente di chi supera la fase acuta determina negli anni successivi una spesa che si può stimare intorno ai 100.000 euro.

Sotto l’aspetto psicologico, personale e familiare poi, i costi non sono calcolabili: per tutti questi motivi, l’ictus rappresenta un vero e proprio problema sociale. 

 

STROKE UNIT ATTIVE NEL FRIULI VENEZIA GIULIA

 

La Stroke Unit, l’Unità per la terapia semi-intensiva dell’ictus acuto cerebrale, è nata presso la Clinica Neurologica di Trieste nel 1999, prima unità del genere nel Friuli Venezia Giulia. Sin dagli inizi è stata avviata una collaborazione con Alice Fvg Trieste odv.

Dopo due anni la Stroke Unit è stata costituita anche ad Udine e, qualche anno dopo, a Pordenone.

Nei primi 20 anni di attività la Stroke Unit di Trieste ha accolto dai 3500 ai 4000 pazienti, con un decisivo aumento negli ultimi 4 anni, grazie anche alla estensione del bacino di utenza a Monfalcone e a Gorizia.

Nonostante le difficoltà iniziali, questa realtà è riuscita a decollare, anche grazie alla fattiva collaborazione di tutte le persone che vi erano e sono coinvolte e alla collaborazione con Alice Fvg Trieste odv in un lavoro che comprende la prevenzione, la terapia delle acuzie e la gestione post-ospedaliera.

Negli ultimi anni la terapia acuta dell’ictus cerebrale si avvale di notevoli progressi scientifici: dalla trombolisi alla tromboendoarteriectomia. L’applicazione di tali tecniche permette che un maggior numero di pazienti sia quasi esente da disabilità al termine della loro degenza.

All’attività prettamente clinica si unisce quella di Alice Fvg Trieste odv, il cui scopo principale è quello di fare prevenzione e quindi di spiegare i vari fattori di rischio oltre che illustrare cosa sia l’ictus, quali conseguenze ne derivino e quali le prospettive terapeutiche e riabilitative. Tale attività viene svolta in collaborazione anche con Alice Udine e con l’Associazione Ictus Pordenone.

Negli ultimi tempi sta aumentando la percentuale di pazienti con minore disabilità; purtroppo non tutti riescono a trarre beneficio dalle nuove terapie, sia perché l’intervento terapeutico non è sempre richiesto tempestivamente, sia perché – per ragioni diverse – non tutti i pazienti possono essere trattati con le nuove tecniche terapeutiche. In tali casi, il peso dell’assistenza ai disabili più gravi ricade quasi per intero sulle famiglie: sotto questo aspetto c’è ancora molto da fare e si confida in una maggiore e proficua collaborazione con le istituzioni.

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